La caratteristica principale delle personalità psicopatiche è l’assoluta mancanza di empatia e di senso morale, con la conseguente assenza di ogni rimorso, scrupolo o senso di colpa. Si tratta di soggetti che raggiungono la piena realizzazione di sé esercitando potere in modo assoluto e predatorio. Possono essere individui affascinanti e carismatici, furbi e molto abili nella manipolazione, e perciò ancora più pericolosi. Le loro ambizioni e il loro senso di sé sono onnipotenti: credono di poter fare tutto ciò che vogliono, senza limiti.

Psicopatia e criminalità

L’ambito in cui è più frequente incontrare individui psicopatici è quello giudiziario, poiché capita di frequente che queste persone finiscano tra le maglie della legge. Non solo le carceri, ma anche le comunità per tossicodipendenti ospitano diversi soggetti di questo tipo. Eppure, se molti di loro incappano nell’autorità, altri, proprio per alcune caratteristiche che li contraddistinguono, sono particolarmente bravi ad eluderla.

Nonostante la forte correlazione tra psicopatia e criminalità, tuttavia, è importante chiarire che i soggetti psicopatici non sono necessariamente “antisociali”, ovvero strutturalmente in conflitto con le norme sociali stabilite. Anzi, ci sono particolari settori in cui le loro particolari abilità manipolative e la totale mancanza di scrupoli risultano di grande vantaggio, e quindi esistono personalità psicopatiche perfettamente adattate al loro ambiente, addirittura individui di grande successo, apprezzati e perfino ammirati. Il mondo degli affari, della finanza, dell’imprenditoria e del commercio ospitano molti individui di questo tipo.

Fisionomia della personalità psicopatica

Il mondo emotivo

Indifferenti ad ogni bisogno e sentimento, sprezzanti verso ogni forma di debolezza propria e altrui, le personalità psicopatiche traggono il massimo piacere dall‘ingannare, manovrare e sfruttare intenzionalmente chi li circonda.

Nonostante siano incapaci di identificarsi empaticamente, sono molto abili nel cogliere le emozioni e i pensieri altrui, che poi utilizzano a fini manipolativi (empatia distorta). Sono incapaci di esprimere emozioni, forse addirittura di provare qualcosa di diverso da un generico senso di eccitazione che li spinge all’azione, o rabbia cieca in caso di fallimento.

La loro vita emotiva appare povera e appiattita. Gli affetti sono molto meno intensi che nelle persone normali, perciò, per sentirsi vivi, ricorrono spesso alla stimolazione esterna attraverso azioni avventate o l’uso di droghe. Provano raramente ansia e meno acutamente delle altre persone, hanno scarso senso del pericolo e sono perciò favoriti nella realizzazione dei loro progetti grandiosi e spericolati.

Le relazioni

Sono assolutamente incapaci di amare. Le relazioni dei soggetti psicopatici sono instabili e superficiali, dal momento che l’altro perde subito di interesse quando non è più utile ai loro fini.

Psicodinamica del disturbo psicopatico

Alla base dello sviluppo di un disturbo psicopatico si riscontrano relazioni familiari caotiche e violente, spesso con madri depresse o trascuranti e padri collerici o assenti. Di solito, si tratta di contesti dove all’espressione e comprensione degli affetti non è dato alcun valore, oppure dove la comunicazione è fondata su un sistematico fraintendimento o manipolazione delle emozioni. In molti casi sono stati bambini allevati con un misto di rigidità (perfino brutalità) ed estrema indulgenza, senza regole chiare, senza limitazioni all’onnipotenza infantile. Spesso sono stati materialmente viziati ma emotivamente deprivati.

Il nucleo centrale del disturbo psicopatico deriva dal fatto che il bambino non si è mai attaccato psicologicamente ed emotivamente ai suoi genitori, non si è potuto identificare con loro, non ha interiorizzato le loro figure e le loro norme etiche. Gli individui di questo tipo non hanno mai fatto esperienza di amare né di essere amati.

Sotto l’estrema povertà del loro mondo affettivo, si possono intercettare rabbia e invidia distruttiva. Sembra che, da qualche parte, gli psicopatici invidino chi ha avuto tutto quello di cui loro sono stati deprivati.

Come si cura il disturbo psicopatico di personalità

La psicopatia è uno dei disturbi psichici più difficili da trattare e, prima di intraprendere un trattamento psicoterapico, è indispensabile effettuare un’attenta valutazione della gravità del caso. In particolare, è importante stabilire se il soggetto è assolutamente privo di senso di colpa oppure se è riuscito a costruire almeno una bozza di struttura etica. I casi più gravi sono considerati intrattabili.

Per la loro mancanza di scrupoli e rimorsi, la povertà del mondo affettivo, l’incapacità di porsi delle domande su di sé e sul senso delle cose, è molto difficile che individui con una personalità psicopatica facciano ingresso in uno studio psicologico. Quasi tutta la letteratura scientifica del settore è stata elaborata da psicologi che hanno conosciuto tali soggetti all’interno di circuiti istituzionali, in particolare in ambito giudiziario.

Dal momento che l’individuo psicopatico non crea alcun legame emotivo con il terapeuta, anzi, spesso si prefigge di sabotare distruttivamente il suo lavoro o di manipolarlo, la psicoterapia tradizionale (di qualsiasi orientamento) in questo caso non è applicabile. Il trattamento della psicopatia richiede un metodo ad hoc, centrato sulla presenza di un terapeuta incorruttibile, integerrimo, affettivamente distante, perfino rigido, in grado di intercettare e interpretare ogni manipolazione e di parlare, per certi versi, lo stesso linguaggio del paziente. Di solito si tratta di psicoterapeuti con una lunga esperienza e con una formazione specifica.

Chi è trattabile in uno studio privato

Sono trattabili con un percorso di psicoterapia psicoanalitica soggetti che, pur presentando alcuni tratti di questo disturbo, hanno potuto sviluppare un rudimentale senso morale e una certa capacità di entrare in contatto con il prossimo. E’ importante che la persona abbia un dubbio su di sé, una certa qualche scontentezza per la vita che conduce.

Senza queste caratteristiche, del resto, nessuno cercherebbe mai l’aiuto di uno psicologo.