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Molte persone soffrono di quelli che abitualmente vengono chiamati problemi di autostima, che possono assumere la forma di estrema timidezza, insicurezza personale, difficoltà nel prendere decisioni, imbarazzo di fronte al pubblico, ansia da prestazione. Non è infrequente che tali persone proiettino questo loro modo di sentirsi sul proprio corpo, percependosi brutte, sgraziate, prive di attrattiva. La sola prospettiva che le luci dei riflettori le illuminino anche solo per un momento, scatena in loro forti reazioni di rossore e vergogna.

Oltre a questa espressione, diciamo così, “diretta”, di una fragile autostima, esiste anche un’altra via in cui l’insicurezza personale può manifestarsi, ovvero camuffandosi attraverso atteggiamenti di segno opposto: esibizionismo, una certa presunzione, la pretesa di avere sempre ragione, sprezzante superiorità, grandiosità e perfino pomposità. In questo caso è come se il soggetto, per farsi coraggio di fronte al temuto palcoscenico, prendesse uno slancio esagerato mettendosi la maschera dell’uomo forte e di successo. Peccato che la prima critica, la prima mancanza di adesione, la prima espressione dubitativa da parte di un altro siano vissute come gravissime offese personali.

Sia nella versione timida, che nella versione arrogante, gli individui con una fragile autostima sono costantemente preoccupati del proprio valore personale, i loro pensieri circuitano attorno al sé, al modo di apparire, alle opinioni degli altri. L’unica differenza è che mentre i primi ne sono consapevoli, i secondi di solito no; solo la loro estrema permalosità ne tradisce l’intima fragilità.

Sentimenti personali e percezione degli altri

I sentimenti connessi ad un’autostima precaria sono soprattutto l’ansia sociale e la vergogna. Queste persone temono molto il giudizio degli altri ma, più di ogni altra cosa, temono di essere esposti al loro sguardo, che potrebbe smascherarli e svergognarli. Tale paura si esprime anche in particolari sogni, in cui il protagonista si trova nudo in mezzo a persone vestite in normali scene di vita quotidiana.

Agli occhi di chi ha un’autostima precaria, gli altri appaiono forti, sicuri di sé, ma anche molto pericolosi, perché potrebbero scoprire la nullità, la drammatica mancanza di valore che essi percepiscono all’interno di sé stessi e ferirli in modo irrimediabile. Un esame, un colloquio di lavoro, il dover parlare in pubblico, l’essere presentati a qualcuno, per questi soggetti rappresentano esperienze quasi intollerabili.

Come sorgono i problemi di autostima

  • L’autostima e l’Io
    In senso generale, è plausibile ritenere che i problemi di autostima siano connessi alla nascita, nel corso della storia della nostra cultura, della struttura psichica chiamata Io: il soggetto individuale, con un’identità circoscritta, dotato di valore personale e con il compito di autorealizzarsi progettando la propria esistenza. Siccome tale Io può acquisire consapevolezza di sé solo specchiandosi attraverso gli occhi degli altri, in fondo è sempre alla mercé dello sguardo altrui. Lo sguardo dell’altro, con il suo potere di dare e togliere valore, può essere pietrificante.
  • Vivere in una società narcisistica
    In senso più circoscritto, è importante avere presenti alcune caratteristiche della nostra cosiddetta società occidentale. L’individuo vive nel cerchio di luce di potenti riflettori puntati su di lui, con la persistente richiesta di esibirsi, di apparire, di dimostrarsi all’altezza, pressato da aspettative di ricchezza, bellezza e talento, continuamente sottoposto a valutazione. In tale contesto, mantenere un buon livello di autostima è una sfida per tutti.
  • Manifestazioni dirette o indirette di una fragile autostima
    Entro questo contesto, esistono poi particolari individui per i quali lo guardo degli altri, e la sottostante percezione di sé, rappresentano un problema immane.
    Sono persone che si nascondono, che vivono sempre dietro le quinte, atterriti da ogni situazione di visibilità, valutazione o competizione. Alle difficoltà reagiscono spesso con il ritiro e fanno molta fatica a prendere posizione. Per paura di sostenere un esame, alcuni studenti, pur interessati e molto capaci, rischiano di abbandonare il corso di laurea. Temendo di dire un no al proprio responsabile, c’è chi si lascia malamente sfruttare. Per l’ansia di perdere l’affetto del partner, c’è chi tollera maltrattamenti e umiliazioni, oppure diventa eccessivamente geloso e controllante.
    Oppure possono essere persone esageratamente incisive, dominanti, a volte perfino grandiose o arroganti, ma estremamente permalose. C’è chi, per nascondere la propria insicurezza, incede nel mondo con apparente superiorità, si ricopre di muscoli e guida un’auto potente, oppure tende a spadroneggiare e a maltrattare gli altri. Altri, per paura di essere feriti o rifiutati, si comportano in modo indifferente o trascurante.

Da dove derivano la fragile autostima e l'insicurezza personale

  • Il rispecchiamento
    Nella società attuale, gli individui crescono sotto lo sguardo attento ed esclusivo delle figure genitoriali. Il loro sé si forma e si plasma attraverso il rispecchiamento fornito dai loro occhi. Lo scambio di sguardi tra il neonato e la madre è la prima interazione affettiva, il primo esserci di un io e un tu. Man mano che l’individuo cresce, aumenta la sua competenza nel muoversi autonomamente nel mondo: mentre impara a camminare, a parlare ecc., lo sguardo dei genitori è sempre lì che accompagna le sue esperienze. Il bambino piccolo cerca sempre lo sguardo della madre per capire se quello che sta facendo va bene o no, se una situazione è pericolosa o se può proseguire tranquillamente la sua esplorazione.

    Buone esperienze interattive, in cui il bambino si è sentito sintonizzato, benvoluto e apprezzato, gettano le basi per una futura sana autostima
    . Se le sue esplorazioni sono avvenute in un clima di protezione e incoraggiamento, il piccolo genererà l’idea di un mondo che, anche se può avere dei pericoli, tutto sommato è un posto affidabile, praticabile, un possibile terreno d’azione. In questo modo, svilupperà una sicurezza di base che gli consentirà di affrontare con coraggio le difficoltà della vita.

    Al contrario, esperienze ripetute di mancanza di sintonia, disinteresse, trascuratezza o rifiuto, si sedimentano nella mente emotiva del bambino ledendo il senso di fiducia in sé stesso. Egli svilupperà la percezione di essere una persona non apprezzabile, incapace di suscitare l’interesse e l’affetto degli altri, quindi un essere poco entusiasmante e di scarso valore. Se le sue esplorazioni sono avvenute in un clima di eccessiva ansia e preoccupazione, si costruirà l’immagine di un mondo come territorio ostile e pieno di pericoli da cui difendersi.
  • La disapprovazione
    Nella crescita, quando allo scambio primordiale degli sguardi si aggiunge anche la parola, il genitore dà o nega esplicitamente la sua approvazione, segnando i territori del bene e del male, del lecito e dell’illecito. Se la disapprovazione dell’adulto si abbatte implacabilmente su enormi porzioni dell’esperienza, la sensazione sarà quella di una eterna paura di sbagliare o di fare qualcosa di proibito.

Come si affrontano i problemi di autostima

Senz’altro, rivolgendosi ad uno psicologo!

Attraverso una consulenza, lo psicologo inquadrerà il problema,valutando in particolare se la difficoltà nel regolare l’autostima sia l’espressione di un sottostante disturbo di personalità (in particolare del disturbo narcisistico) oppure se rinvii a qualche altra fragilità.

La psicoterapia

Nel caso in cui sia riscontrato un disturbo di personalità, l’intervento indicato è una psicoterapia.

La psicoterapia ad orientamento psicoanalitico si mostra particolarmente efficace in quest’area. La persona sarà aiutare a comprendere perché abbia sviluppato una percezione svalutata di sé attraverso l’analisi del suo funzionamento emotivo come risultato dalla sua storia di vita. Sulla base di un’accresciuta consapevolezza di sé stesso, il soggetto potrà sperimentare nuovi modi di mettersi in gioco e di costruire relazioni, modificando in modo stabile e a volte molto profondo la percezione di sé stesso e del proprio valore. Il trattamento psicoterapeutico dei disturbi di personalità prevede anni di intenso lavoro.

  • Altre volte una fragile autostima può appartenere a quadri di natura depressiva. Altre volte ancora può indicare il fallimento nel raggiungimento di uno o più obiettivi evolutivi, a cui l’adolescente ha reagito con un ritiro mortificato che lo ha accompagnato fino all’età adulta. Anche in questi casi è consigliato un trattamento di psicoterapia psicoanalitica.
  • Qualora, invece, la carente autostima indicasse conflitti più circoscritti e limitati a particolari situazioni o fasi del ciclo di vita (un nuovo posto di lavoro, la previsione di una maternità, difficoltà a negoziare i propri bisogni con il partner ecc.), può essere sufficiente un semplice intervento di sostegno psicologico.