Le personalità ossessive spiccano per la loro dedizione a tematiche come ordine, controllo, disciplina, pulizia. Attenti ai dettagli, precisi fino alla pedanteria, piuttosto rigorosi e moralistici, tendono a reagire con intense esplosioni ansiose e rabbiose se qualcosa esula dai loro schemi e dalle loro previsioni. Sono attanagliati da continui dubbi e perciò fanno molta fatica a prendere decisioni.

Il dramma delle personalità ossessive è questo: pur perseguendo l’ordine come massimo obiettivo, a volte precipitano nel caos più completo.

Introduzione

La personalità ossessiva e società

Lo stile ossessivo-compulsivo è una configurazione per certi aspetti sintonica rispetto alle richieste, i ritmi, le attese delle società occidentali contemporanee, dominate da modelli di razionalità, efficienze e produttività e, al tempo stesso, poco capaci dare spazio e valore a forme di riflessione ed espressività più libere e creative: mentre languiscono filosofia, lettere, storia e arte, trionfa il pensiero tecnico.

Per integrarsi in questo tipo di mondo, ad ogni individuo è richiesta una buona dotazione di risorse ossessive (capacità progettuali e operative, organizzazione efficiente del lavoro, rispetto dei tempi, precisione e puntualità) e compulsive (fare, realizzare, ottenere risultati senza mai fermarsi). L’esercizio del libero pensiero, la ricerca del bello, la produzione creativa, al contrario, sono attività considerate poco più che orpelli e relegate nella sfera privata dell’hobby.

Plasmati in questo modo, tutti siamo un po’ ossessivi e compulsivi, come scopriamo quando facciamo lo la lista delle cose da fare, organizziamo la nostra agenda, verifichiamo più volte che il prodotto del nostro lavoro non presenti errori o difetti, controlliamo di aver chiuso il gas, lavoriamo senza fermarci anche dopo l’orario stabilito, ci svegliamo nel cuore della notte temendo di aver dimenticato qualcosa di importante da fare.

Quando uno stile diventa un disturbo

Quando si parla di un Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità DOCP), si fuoriesce dalla normale declinazione della personalità in un certo modo d’essere e si entra nella dimensione della psicopatologia. Le caratteristiche sopra tratteggiate, in questo caso, appaiono così esasperate e rigide che la persona risulta in qualche modo decurtata, intrappolata in una gabbia che le preclude ogni ulteriore orizzonte.

Le personalità ossessivo-compulsive, infatti, non si contraddistinguono soltanto per precisione e operatività, ma anche per rigido moralismo, mancanza di umorismo, appiattimento emotivo, comportamenti quasi robotizzati, smania di controllo, ordine esagerato che spesso travalica nel più completo caos.

Un’importante distinzione: DOC e DOCP

Una precisazione introduttiva indispensabile per accostarsi al Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP), è quella di distinguerlo dal Disturbo Ossessivo-Compulsivo.

Differenziare tra i due quadri clinici è di fondamentale importanza. Per prima cosa, essi appartengono a due diverse tipologie di concetti diagnostici:

  1. il DOC è una sindrome rubricata tra i disturbi d’ansia. Le sindromi – il DOC, come la depressione, i disturbi alimentari, la schizofrenia ecc. – rappresentano particolari configurazioni di sintomi, ma anche di affetti, modalità di pensiero e di azione che si discostano notevolmente dai normali standard della popolazione. Nello specifico, il  Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) si caratterizza per la presenza di pensieri intrusivi (ossessioni) e azioni ripetitive (compulsioni) che si manifestano senza o contro la volontà del soggetto. il DOC è un disturbo invalidante, che può influire pesantemente sulla vita affettiva, relazionale e lavorativa del soggetto.
  2. 2. il DOCP è un disturbo di personalità, ovvero l’esasperazione di un particolare “stile esistenziale”.

Non tutti coloro che hanno un disturbo ossessivo-compulsivo di personalità sono destinati a sviluppare un DOC, che invece può comparire in assetti di personalità molto diversi tra loro. Viceversa, non tutti coloro che sviluppano un DOC hanno un concomitante disturbo ossessivo-compulsivo di personalità.

Nonostante la diversità delle due categorie cliniche, la comunanza di alcune manifestazioni fa supporre che esse possano radicare su comuni processi psicodinamici: nei casi gravi di disturbo di personalità, infatti, non è infrequente la comparsa di ossessioni e compulsioni, ma in misura non sufficiente a formulare una vera e propria diagnosi di DOC.

Fisionomia delle personalità ossessive e compulsive

Iniziamo, di nuovo, con una distinzione: le personalità ossessive e le personalità compulsive presentano caratteristiche diverse, tanto che potrebbero apparire come tipologie distinte.

Ossessivi puri, compulsivi puri e modello misto

  • Gli ossessivi puri sono concentrati sul pensare, senza alcuna spinta all’azione, e sono tormentati da pensieri intrusivi ma non da compulsioni;
  • i compulsivi puri, sempre indaffarati nell’esecuzione puntuale di compiti precisi, sono condannati a ripetere azioni automatiche ma non sono preda di ruminazioni mentali.

Al di là delle differenze, le due tipologie presentano diverse sovrapposizioni, in particolare il comune vissuto di qualcosa (pensiero o azione che sia) di non voluto, considerato anzi assurdo e irrazionale, che si impone al soggetto travalicando la sua volontà.

Siccome è molto frequente che personalità ossessive alternino fasi compulsive e, viceversa, personalità compulsive scivolino ripetutamente nella dimensione ossessiva, la clinica tende a considerare lo schema ossessivo e quello compulsivo come varianti di un unico profilo di personalità, definito  ossessivo-compulsivo. Per ragioni di comodità, di qui in avanti ci riferiremo al modello ossessivo-compulsivo nominandolo brevemente personalità ossessiva.

Caratteristiche generali

Le personalità ossessive sono ordinate, precise, ostinate, perfezioniste e meticolose ai limiti della pedanteria, inclini al discorso cavilloso, malate per i dettagli; sono, inoltre, parsimoniose, frugali, rigide, amanti di ordine e disciplina, così coscienziose da travalicare nel moralismo.

Hanno standard etici molto elevati e sono estremamente affidabili. Odiano caos e disordine e sono nemici giurati della sporcizia, per la quale provano un vero e proprio disgusto.

Vivono secondo una stretta routine. Non sopportando gli imprevisti, tendono a programmare il loro tempo in modo molto dettagliato e con largo anticipo.

Le personalità maggiormente declinate in senso compulsivo si sentono obbligate ad eseguire azioni che trovano insensate, seguendo un impulso al quale non riescono a sottrarsi. Spesso si tratta di operazioni legate a ordine e pulizia, come il riordinare continuamente gli spazi o il lavarsi spesso le mani. I compulsivi possono avere paure di contaminazione, in questo caso disinfettano e sterilizzano gli spazi nei quali vivono e possono richiedere agli altri norme di condotta igienica molto rigide (… e per lo più poco sensate).

Il controllo emotivo

I soggetti ossessivi appaiono emotivamente freddi e distaccati, riescono ad esprimere affetti solo in forma intellettualizzata. Tendono ad attribuire un valore molto altro alla razionalità, mentre considerano i sentimenti come manifestazioni infantili e segnali di debolezza.

La loro preoccupazione principale è quella di mantenere il controllo di sé stessi e della situazione, la loro più grande paura quella di perderlo, per cui non si lasciano mai andare. Ciò si rende visibile nelle loro posture ingessate, nell’espressione facciale irrigidita, nei movimenti privi di ogni armoniosa fluidità.

Per queste loro caratteristiche, possono apparire come delle macchine-umane. Il sig. Spock della serie Star Treck è spesso citato come esempio di personalità ossessiva, non fosse che, a differenza del vulcaniano, gli ossessivi hanno spesso delle sfuriate rabbiose e, nonostante tutti i loro sforzi, possono ritrovarsi sommersi dal caos.

L’ordine si rovescia in caos

L’aspetto più paradossale che si coglie nelle personalità ossessive, più marcato nei livelli gravi del disturbo, è i rovesciamento delle priorità centrali del soggetto nel loro opposto:

  • la ricerca continua di ordine precipita in caos;
  • il comportamento parsimonioso è interrotto da spese del tutto avventate;
  • la preoccupazione per la pulizia si inverte in trascuratezza e mancanza di cura personale;
  • ma soprattutto, la loro calma abituale può essere interrotta da fulminee esplosioni di rabbia.

Il dubbio e la fatica nel prendere decisioni

Gli ossessivi sono persone che fanno molta fatica a prendere una decisione, sono assaliti da continui dubbi e tendono a posporre la scelta fino al limite estremo in cui nessuna scelta è più possibile ed è la realtà stessa ad imporsi.

Hanno una paura estrema di sbagliare e perciò eseguono continue operazioni di controllo, sentendosi terribilmente in colpa per ogni errore commesso. Le personalità più sbilanciate sul versante compulsivo, al contrario, per uscire dall’incertezza e dalla paura dell’errore possono compiere azioni impulsive senza la minima valutazione del contesto e delle possibili conseguenze.

La capacità di amare

Nonostante il loro carattere difficile possa portare diversi problemi all’interno delle loro relazioni, le personalità ossessive sono in grado di amare e di costruire legami profondi. Temono molto la critica e il giudizio, e sono molto grati a chi accoglie le loro asperità senza agire ritorsioni.

I lavori prediletti

Le persone con uno stile ossessivo di personalità prediligono lavori tecnici. Molti sono ingegneri, geometri, informatici, tecnici di laboratorio. Molto difficilmente li si troverà in ruoli che richiedono un’intelligenza creativa.  

Psicodinamica del disturbo ossessivo-compulsivo 

Il contesto familiare di provenienza

Nel passato delle persone che sviluppano un disturbo ossessivo-compulsivo si trovano in genere ambienti familiari molto rigidi, con uno stile educativo severo e punitivo.

Può trattarsi di famiglie religiose, o comunque molto moralistiche e convenzionali, che veicolano un senso asfittico e ipercontrollato della vita. Sono genitori che insistono  su valori come la parsimonia, la pulizia, la rettitudine, e che lasciano poco spazio ad esperienze come il gioco, l’umorismo, le attività creative. Il piacere (e il piacere sessuale nello specifico) viene vissuto e veicolato al bambino come un peccato da evitare, di cui vergognarsi e per il quale è legittimo attendersi una punizione.

La scomparsa, o quasi, di questo tipo di famiglie dalle società occidentali contemporanee ha comportato una diminuzione dei quadri ossessivi classici, fondati sul binomio colpa-punizione. Nelle personalità ossessive odierne sembra invece centrale il binomio vergogna-mortificazione, che rinvia a contesti di crescita non tanto punitivi, quanto critici e non supportivi.

E’ stato appurato, inoltre, che molti bambini futuri ossessivi hanno dovuto portare sulle loro spalle il carico di pesanti responsabilità in un’età in cui non erano ancora pronti ad affrontare il compito.

I tratti ossessivi da un punto di vista psicodinamico

Il bisogno di controllo

Il bisogno di controllo è una difesa messa in campo per proteggersi da due paure:

1) di commettere errori; 

2) di dare libero sfogo alla propria aggressività.

1) La paura dell’errore

I soggetti ossessivi sono tormentati dalla possibilità di commettere un errore e per questo tendono a procrastinare ogni decisione. Ciò che li spaventa, tuttavia, non è la paura che la loro scelta possa produrre un danno, quanto quella di essere tacciati di irresponsabilità. Ciò significa che la paura di sbagliare non riguarda i possibili risvolti di una decisione concreta, ma le implicazioni personali.  Alla base della paura dell’errore si annida un senso di colpa definito timore di colpa per irresponsabilità: un sentimento di origine “morale”.

E’ evidente come questo tipo di orientamento, fondato non su un calcolo del danno rispetto alla realtà ma su un gioco autistico di autoaccuse e auto-assolvimento, sia poco adatto a garantire il buon esito delle azioni pianificate. Per questo motivo, la progettualità ossessiva è fortemente esposta al fallimento: i fronte a scelte importanti, i soggetti ossessivi – pur così precisi, responsabili e dediti interamente al loro lavoro – rischiano di agire con ritardo o in modo impulsivo o ingenuo, procurandosi insuccessi che per loro equivalgono ad una vera e propria bancarotta esistenziale.

2) La paura della propria aggressività

Altra paura centrale degli ossessivi è quella di perdere il controllo e di dare libero corso ai propri impulsi sessuali o aggressivi.

L’ossessivo è convinto (quasi freudianamente!) che dentro di sé alberghi un mostro primordiale, fonte di desideri inaccettabili e pericolosissimi, e che sia suo preciso compito morale reprimerlo e tenerlo a bada. Se qualcosa dell’animalone ancestrale fuoriesce all’esterno (se, ad es., subentra un imprevisto stato di eccitazione erotica o se si verifica un’esplosione di rabbia), il soggetto è preda di violenti sentimenti di vergogna e colpa, che tenta di espiare attraverso impietose autocritiche e ricerca di punizione.

Lo stile cognitivo

La tensione centrale verso il controllo impronta anche il loro stile cognitivo: attenti spasmodicamente al dettaglio, con tutti i loro calcoli, le loro liste e i loro schemi gli ossessivi sono spesso incapaci di cogliere le caratteristiche globali del contesto, correndo spesso il rischio di perdersi in un bicchier d’acqua. Tale limite cognitivo, soprattutto ai livelli gravi del disturbo, può creare serie difficoltà sia sul lavoro che, in generale, nell’organizzazione della vita.

La continua vigilanza per paura di sbagliare, la repressione delle emozioni e il controllo spasmodico per ogni dettaglio hanno l’effetto di inibire importanti aree dell’esperienza come l’esplorazione, il gioco, lo scherzo, la sessualità, ostacolando lo sviluppo dell’umorismo, dell’ironia, del pensiero creativo.

I sentimenti

L’affettività è repressa, con l’eccezione di tre sentimenti, che sembrano gli unici a trovare un varco verso la coscienza: la rabbia, la colpa e la vergogna.

Mentre colpa e vergogna scattano ogni qual volta il soggetto sente di non essere stato all’altezza dei propri elevati canoni etici, la rabbia esplode solo in alcune occasioni:

  • o quando è avvertita come legittima, in particolare in situazioni in cui accade qualcosa che il soggetto considera ingiusto o immorale;
  • oppure in stati di totale perdita del controllo.

Nello stato normale, essa  è presente sottotraccia, come costante irritabilità. Questo sentimento sembra esprimere uno stato di continua ribellione interiore del soggetto contro l’armatura di limitazioni e auto-imposizioni in cui la persona ossessiva vive imprigionata. In questo senso la rabbia è paradossalmente fomentata dalle stesse strategie di auto-controllo e auto-repressione che il soggetto mette in campo per contenerla. In senso più profondo, la rabbia sembra rappresentare un tentativo di rivolta ed emancipazione dal genitore punitivo che, interiorizzato come struttura interna, continua a tormentare l’adulto.

Attitudine megalomanica

L’iper-responsabilizzazione dell’ossessivo, che lo fa tremare di paura di fronte ad ogni scelta, sembra indicare un’attitudine inconscia di tipo quasi megalomanico: esattamente come il bambino piccolo che, per età, può formulare soltanto spiegazioni centrate su di sé,  l’ossessivo si sente l’unico artefice di tutto ciò che accade attorno a lui e quindi se ne assume la piena responsabilità.

Se, nella valutazione di errori commessi da altri, i soggetti ossessivi sono disposti a prendere in considerazione anche circostanze attenuanti e vari fattori intervenienti, quando sono personalmente coinvolti si accusano violentemente e senza appello, ascrivendo completamente a sé stessi la responsabilità di tutto ciò che è andato storto.

Per sottrarsi agli intollerabili sentimenti di colpa e vergogna che li invadono, possono tormentarsi mentalmente rievocando più e più volte il loro errore immaginando soluzioni alternative oppure, se si tratta di persone più vicine al polo compulsivo, ricorrere a particolari comportamenti rituali che hanno il significato (inconscio) di cancellare magicamente l’errore commesso.

Come si cura il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità

Come per tutti i disturbi di personalità, non esiste una terapia farmacologica in grado di agire direttamente sul disturbo.

Il disturbo ossessivo si presenta con diversi livelli di gravità.

I casi lievi

Si considerano casi lievi quelli non aggravati da una spiccata sintomatologia ossessivo-compulsiva e in cui la persona è in grado di preservare il proprio funzionamento nelle aree più importanti della realizzazione di sé (affettiva e lavorativa). Per queste persone, una psicoterapia a orientamento psicoanalitico può rappresentare un’opportunità decisiva.

Attraverso il percorso psicoterapeutico, la persona diverrà più consapevole dell’origine e del senso del proprio modo di affrontare la vita, nonché  dell’effetto che ciò può avere sugli altri. In questo modo, avrà la possibilità di sviluppare modalità e atteggiamenti diversi, aprendosi ad esperienze finora interdette, come la giocosità e il pensiero creativo.

Durata ed esito del trattamento dipenderanno, oltre che dalla gravità del disturbo, da altri fattori soggettivi, quali l’età, la motivazione al cambiamento, le generali condizioni di vita.

In ogni caso, il lavoro psicoterapico aiuterà il paziente ad ammorbidire o, in alcuni casi, a modificare più profondamente alcune delle sue caratteristiche caratteriali, aumentando il grado di benessere e di soddisfazione personale sia nella vita affettiva e sentimentale che in quella lavorativa.

Casi intermedi

Nei casi di una cera gravità, quando il soggetto ha sviluppato sintomi di una certa rilevanze e/o la sua tenuta nella sfera affettiva e lavorativa vacilla pericolosamente, potrebbe essere utile l’integrazione di una terapia farmacologica. In particolare gli antidepressivi serotoninergici, infatti, oltre a migliorare lo stato emotivo globale del paziente, possono contribuire notevolmente a ridurre ossessioni e compulsioni.

I sintomi ossessivi sono molto difficili da estinguere, ciò nonostante un trattamento psicoterapico può ridurne notevolmente l’impatto nella vita della persona. La psicoterapia può aiutare l’individuo a raggiungere un miglior equilibrio emotivo attraverso una maggiore consapevolezza delle proprie difficoltà. Riducendo il senso di responsabilità e quindi di colpa, inoltre, il trattamento potrà avere come effetto sia una riduzione sintomatica che una modificazione del comportamento, favorendo una maggiore tenuta nei rapporti interpersonali: nella coppia, in famiglia, nelle amicizie, sul posto di lavoro.

Casi gravi

Nei casi molto gravi, quando il disturbo di personalità è fortemente intrecciato con il DOC, è necessario l’affiancamento di un intervento psichiatrico.